Storia

CENNI STORICI SULLE CHIESE

Parrocchiale “S. Giovanni Battista”

Il 30 novembre del 1887 si raduna il Comitato per la costruzione della nuova Chiesa Parrocchiale in quanto quella esistente (nell’attuale via Garibaldi) risultava troppo piccola per contenere i fedeli ed era soggetta spesso alle inondazioni del fiume Bormida.
Il 24 giugno del 1888 viene posata la prima pietra. Sulla pergamena furono scritte le seguenti parole: “Essendo Pontefice Leone XIII, vacante la sede vescovile di Acqui, regnando Umberto I, si benedisse e si collocò la Prima Pietra Di questa Fabbrica che sarà la nuova Parrocchiale del paese di Carcare, dedicata a S. Giovanni Battista……”
L’ammontare totale della spesa per la costruzione della nuova Parrocchia fu di £. 130.000. Il pareggio fu possibile solo grazie al gigantesco sforzo della popolazione carcarese, non vi fu persona anche umile e povera che non potesse dire “anch’io ho concorso con il mio obolo”.

I lavori furono terminati il 16 novembre 1890 ed il collaudo avvenne il 28 dicembre da parte dell’ing. Francesco Rapetti; il rito di consacrazione fu compiuto dal Vescovo Diocesano Mons. Giuseppe Marello.
Nel 1912 viene decisa l’ultimazione del campanile.
Nel 1970 vengono eseguiti lavori di manutenzione ai cornicioni e all’intonaco, vengono anche rimosse le fiaccole (quattro sul campanile e due sulla facciata) che minacciavano il crollo. La facciata però non è stata oggetto di restauro.
La facciata della chiesa parrocchiale posta all’estremo della piazza antistante è di grande effetto scenografico e conferisce a questa parte della città un aspetto decisamente monumentale. Essendo realizzata completamente in laterizio è un ottimo esempio di perizia raggiunta all’epoca nella produzione di tutti quegli elementi laterizi necessari alla creazione delle varie membrature architettoniche.

Da notare, in particolare, i riferimenti a modelli di prospetti precedenti ben noti, caratterizzati da colonne binate giganti che si innalzano su alto basamento, il tutto collegato da trabeazione e timpano presenti nel tardo barocco e poi nel neo-classico Piemontese: chiese gemine di piazza S. Carlo a Torino, la Basilica si Superga, la chiesa di S. Maria Ausiliatrice a Torino.

Nel 2006 viene restaurato totalmente il campanile con la copertura in rame del cupolino, Installato anche un nuovo impianto parafulmine.

Il sacerdote don Natale Pastorino parroco a Carcare per 52 anni (dal 1947 al 1999) annotava questi : Particolari  interessanti

Gli stucchi in rilievo sono del Cellini di Ceva; gli affreschi del Borgna di Mondovì; il pulpito è della vecchia Parrocchia e così pure il Coro e l’organo.

Il portone d’ingresso principale di legno forte ad intagli Costò £. 585.

La balaustra dell’Altar Maggiore fu regalata dalla Contessa Borromeo; così pure la statua della Madonna della Misericordia ed il servizio completo di candelieri in bronzo dorato.

La statua del Cuore Immacolato di Maria fu regalata dalla Signora Ebe Cenni.

Il 12 novembre 1890 fu venduta la vecchia Canonica con annesso giardino all’Avv. Domenico Pozzi di Pavia per £. 12.524,78 e si iniziò subito la costruzione della nuova Canonica che venne e costare £. 23.773,13.

Il 6 Agosto 1891 fu consacrata. Il rito fu compiuto dal Vescovo Diocesano, Mons. Giuseppe Marello di Santa Memoria a cui facevano corona il Vescovo di Mondovì e quello di Albenga.

Signorile fu il trattamento ai Presuli, alle Autorità, al numeroso Clero ed ai molti invitati. Furono giorni di festa che i Cercaresi ricordarono a lungo: non avevano mai visto tanto!

Il 4 agosto 1910 il Sig. Corbelletti Giacomo di Savona faceva eseguire e sue spese la bella statua in marmo di San Giovanni Battista dal laboratorio dei Fratelli Galeotto di Savona e ne faceva dono a Carcare per essere collocata nella nicchia della facciata (sostituita con una statua in bronzo è oggi collocata nel giardino si sinistra).

Il 24 novembre 1912 fu decisa la ultimazione del Campanile che comportava la spesa di £. 7.000. Il Comune concorse con £. 5.OOO. Fu affidata l’esecuzione al Sig. Bertero Francesco che ne aveva eseguito il disegno e il preventivo. Il Bertero ha dimostrato di essere di non comune abilità: lo ha dimostrato con le sue molteplici e splendide costruzioni: la Chiesa di Carcare, il Castello di Quassolo, la Chiesa di Castelrocchero, il Santuario del Deserto ed altre…!

L’8 giugno 1913, dopo lunghe discussioni si decide l’acquisto del nuovo concerto di campane per la spesa di £. 5.000 e se ne dà l’incarico alla Ditta A. Bianchi di Varese. Delle tre campane esistenti, due ormai erano rotte…! Dal libro-cassa della Chiesa risulta che l’Arciprete Don Pic­cione, per tutti i lavori eseguiti per la costruzione della Chiesa e della Canonica, ha anticipato ben £. 21.397.

Carcaresi, amate la vostra Chiesa: è la vostra casa! Conservate e difendete la vostra fede cattolica!

È la vostra vittoria, la vostra gloria! Venir meno alla fede è tradire il nostro paese; è tradire quelli che ci hanno preceduto e hanno lavorato per noi; è sperperare il patrimonio più prezioso!

Ricordate il detto: «Er campanin der Corcre l’è fo a scuela: chi u ni po’ andè, u si rabela!»

Colui che fu il vostro parroco dal 1947 al 1999, vi saluta , vi benedice e prega per voi.

 

Chiesa scolopica di S. Antonio Abate

I carcaresi la chiamano la chiesa “del collegio”.
La prima pietra fu posta il 10 giugno 1621, pomeriggio del Corpus Domini, nella località detta “Lagaccio”, sopra un terreno donato dai fratelli Castellani ai padri delle Scuole Pie.
Il titolo di S. Antonio deriva dall’omonima cappellania traslata dalla parrocchiale alla nuova chiesa.
Nel corso dei secoli subì numerosi restauri.

L’aspetto odierno è vagamente romanico, ma in passato aveva guglie e pinnacoli dipinti, tipicamente gotici.

L’interno è a croce greca e la luce piove da due grandi aperture poste sotto le volte, ritoccate nel 1980 dal pittore cairese G. Zaffore.
Nella cupola quattro tondi raffigurano i Santi Evangelisti, mentre sul medaglione sopra l’entrata sono affrescati angeli e putti musicanti.
Entrando a sinistra vi è la statua di Maria Immacolata, proseguendo troviamo la cappella di N.S. del Carmine, inviata a Carcare nel 1648 da P. Stefano Cherubini. Nel timpano si trova una piccola tela che ritrae S. Giuseppe, attribuita alla Scuola Genovese del 1600.

Sotto l’altare laterale sinistro sono conservate le reliquie di S. Candido, inviare a Carcare nel 1641 grazie all’intervento dei fratelli Castellani.
Alla fine del 1800 furono collocati piccoli monumenti a ricordo di alcuni Padri che favorirono la ripresa degli Scolopi dopo il periodo dell’illuminismo: P. G. Mallarini famoso pedagogista, P. Mallone, P. G.B. Garassini.
Nel presbiterio si trovano le maggiori opere d’arte. La pala dell’altare maggiore raffigura Maria incoronata con S. Antonio Abate, una martire ed il committente, uno dei fratelli Castellani, in ginocchio a destra in abbigliamento spagnolo.

Nella tela parietale a sinistra Maria Vergine con un santo, forse il Calasanzio, del primo settecento genovese. Di fronte il quadro con Maria Vergine, il Bambino e        S. Filippo Neri.
La cappella a destra ospita la statua di S. Giuseppe Calasanzio, incastonato in una nicchia e sormontato da un medaglione anch’esso effigiante il Santo spagnolo.
Si trovano inoltre una scultura lignea della metà del settecento ed i monumenti funebri di P. G. Carosio, P. L. Gandolfi e P. Atanasio Canata opera dello scultore G.B. Villa.
Sotto l’orchestra dell’organo è situata la statua lignea di S. Rocco.

 

S. Giovanni dei Bugili (del Monte)

E’ l’antica parrocchia di Carcare denominata prima Santa Maria di Bozile e poi S. Giovanni del Monte, quando nel 1600 si costruisce la seconda chiesa parrocchiale ed il paese si sposta a valle. Viene restaurata più volte:nel 1703, ai primi dell’Ottocento e nel 1980.

Da un manoscritto inedito conservato nella parrocchia di Carcare e risalente alla prima metà dell’Ottocento risulta che “…nella suddetta chiesa interravansi i morti… la stessa era di longhezza 67 palmi, 23 di altezza e 36 di larghezza, divisa da un muro, parte coperta e parte scoperta ad uso cortile. La porta che si entrava in chiesa era in mezzo alla muraglia divisoria, e due finestre laterali che prendevano la luce dal cortile davano il schiarimento alla chiesa. In essa a levante vi era un ovale, alla sinistra… vi ritrovavasi l’altare con quadro rappresentante la Decollazione di S. Giovanni Battista, e piccola statua di S. Maria detta la Visitazione, e dall’altra un piccol sito ove era un credenzine che vi si conservavano gli arredi sacri, quali furono trasportati nella nova parrocchia e la vecchia restò spogliata…”

Nel 1783 è nominato cappellano Filippo Bolla che volle restaurare la cappella, infatti “… nel 1815 fece alzare la chiesa… all’altezza di palmi 30 con farle costruire 6 finestre, 3 cioè per parte, e l’altare quale si è detto era in un angolo al levante lo fece trasportare a ponente in mezzo alla chiesa, lasciandovi dietro un sito di palmi…. Che serve di coro, con un guardaroba per riporvi gli utensili…. Nel 1818 venne allungata di palmi undici ed alla parte dritta dell’altare maggiore vi venne costruito un piccolo altare quale fu dedicato alla Visitazione, ove fu posta la statua…”

E’ ancora nel 1822 è allungata di undici palmi, nel 1823 si costruisce un altare dedicato a S. Caterina da Genova e nell’1827 è per la terza volta ampliata di 14 palmi.
Infine, nel 1839 “… vi fu formato il volto, stabilimento le muraglia, pavimento in quest’ultimo fabbricato; intonacatura alle muraglie nuove e facciata quale riuscì di applauso generale”.

L’ultimo restauro risale al 1980 ed il pittore è Zaffore Giovanni, aiutato da Ghidini Modesto. All’interno pitture e decorazioni raffigurano la vita di S. Giovanni Battista.
Il pavimento e lo zoccolo sono in cotto di Firenze, mentre l’esterno segue lo stile delle chiese liguri. Da segnalare la statua di S. Giovanni Battista e della Madonna in legno della Val Gardena, come il crocefisso centrale.
Il portale, con le colonne del portichetto di ingresso, è in granito lucidato.
All’esterno 8 contrafforti laterale danno stabilità all’edificio.

Ancora oggi, il 29 di agosto è fiorente la tradizione di portare i bambini a S. Giovanni del Monte per la Benedizione rituale a ricordo del Battesimo.
Già il Papa Pio VII, con la bolla del 7 marzo 1820 concede l’Indulgenza Plenaria “ad septenium”, forse per premiare i molti fedeli che accorrevano alla festa del 29 agosto.

Nel 1974 il Vescovo di Acqui, S.E. Mons. Giuseppe Moizo concede che anche in questa chiesa si possa acquistare il Giubileo.
In seguito a ciò il parroco Rev. Don Natale Pastorino nel 1975 chiede ed ottiene dal Santo Padre “… che venga nuovamente concessa l’Indulgenza plenaria a modo di Giubileo da acquistarsi ogni anno in occasione della festa tradizionale del martirio di S. Giovanni Battista (29 agosto) a quanti pellegrineranno all’antica chiesa detta di S. Giovanni del Monte”.

 

Cuore Immacolato di Maria (fraz. Vispa)

La decisione di costruire una chiesa al Vispa fu presa nel 1964.
Il perché lo si ritrova nelle parole pronunciate da uno dei sacerdoti durante l’inaugurazione: “A Vispa c’è stata unanimità di intenti intorno alla costruzione di una chiesa. A Vispa moltissimi si sforzano di rendere le cose migliori, di impegnarsi verso il meglio… E’ parso a tutti che la chiesa fosse il mezzo migliore per garantire la durata e la crescita di questo sentimento…”.

I fondi necessari furono reperiti tramite offerte dei Carcaresi, grazie al contributo personale del Parroco di Carcare don Natale Pastorino, ma soprattutto attraverso la mano d’opera della popolazione del Vispa che diete 170 giornate lavorative gratuite.

Tutti gli abitanti del Vispa parteciparono quindi alla costruzione di quella che ognuno considerava la sua chiesa. I Parroci Luigi Bonato ed Eliseo Elia così dissero: “… La casa di tutti che sorge nel modo più semplice e operoso, con ala partecipazione di tutti. Così un operaio si costruisce la sua casetta: con i risparmi messi assieme in tanti anni, con privazioni e sacrifici, facendo una seconda giornata dopo il turno di lavoro; facendosi aiutare da parenti ed amici, tirando sulle spese…”.

L’inaugurazione avvenne il 22 agosto 1965.
La chiesa fu dedicata alla Madonna della Pace, nell’intento di affidare Alla Madonna il desiderio di pace che hanno nel cuore gli uomini di tutto il mondo.

L’edificio, progettato dall’architetto Enrico Chiappini, risponde a criteri di semplicità, linearità, povertà di mezzi.
Si presenta il forma di cavea centrale: la comunità dei fedeli, raccolta intono all’altare, ha una partecipazione diretta ed immediata delle funzioni religiose.
Il vano è circolare, coperto a cupola, con gradinate degradanti verso il centro. Il soffitto ha una struttura in ferro a cui sono ancorati i triangoli di modano perlinato del soffitto; uno strato di materiale antitermico divide il soffitto dall’ impiantito di legno, la copertura è in lamiere di alluminio.
Nel mezzo spicca l’altare, di semplice fattura, con la luce che piove dall’alto; allo stesso modo la famiglia si ritrova attorno al tavolo di casa.
Sul fondo il muro grezzo di pietra naturale che custodisce il Mistero Eucaristico, insieme al conopeo che si ispira al velo del Tempio biblico.
I muri sono intonacati a calce bianca trattata in modo grezzo, per sottolineare la povertà.

 

Cappella di S. Rocco

Questa chiesetta è stata recentemente restaurata sia all’esterno che all’interno dove è presente un affresco del 1500 circa.

Era prima dedicata a S. Sebastiano poi, cambia titolo e viene dedicata a S. Rocco. Si presume che ciò sia avvenuto in occasione dell’epidemia di peste del 1631, per l’accrescersi della popolarità di S. Rocco protettore degli appestati.
Si racconta che in questa chiesa S. Giuseppe Calasanzio liberò un ossesso dal demonio.

Il questa cappella e nel terreno circostante sono sepolti tutti gli scolopi morti prima del 1664.